DALLO SPRECO AL DONO: IL VALORE PER UN’AZIENDA DI TRASFORMARE LE PROPRIE ECCEDENZE IN DONAZIONI

A piccoli passi, ma con costanza e continuità, la cultura del recupero si sta facendo strada e le eccedenze redistribuite negli ultimi anni sono sempre più in aumento, anche se i margini di crescita del trend, sono decisamente ampi.

La regola delle 5R – Riduzione, Riuso, Riciclo, Raccolta e Recupero –  introdotta dal Decreto Ronchi nell’ormai lontano 1997, è ancora oggi un pilastro fondamentale per un’economia ed uno stile di vita che si adoperano verso la sostenibilità e la solidarietà e alla cui base non può che non esserci il valore del dono.

DONARE PER NON SPRECARE 

Una legislazione “amica” della lotta allo spreco ( Legge 166/2016 “Gadda“ ) ed una nuova e più marcata consapevolezza del valore della donazione nell’ambito della governance e dello sviluppo aziendale, hanno sicuramente avviato la strada per favorire la cultura del dono, riconoscendole il valore aggiunto che questa può portare per la comunità in termini di inclusione sociale, ma anche per il territorio, l’ambiente e per un’economia più sostenibile.

“Il dono non è un regalo, ma presuppone senso di comunità”
(Cit. On. Maria Chiara Gadda)


Oggi non è più sufficiente limitarsi al sentimento di sdegno, mettendo in atto sporadici meccanismi di generosità. Davanti al fenomeno dello spreco, le aziende hanno capito che bisogna strutturarsi in maniera sistematica, con un modus operandi ben definito e con risorse e strumenti tecnologici che forniscano dati utili e certi per “dare un valore” all’atto del donare.

Marco Raspati CEO di Recuperiamo, è una voce autorevole quando si parla di gestione di eccedenze alimentari e non alimentari, di lotta allo spreco e di traduzione numerica dei risultati ottenuti, a livello aziendale, dalla cultura del dono.

“ L’atto del donare non rientra solo nella sfera personale di un individuo – afferma Raspati – ma se strutturato e affiancato alle nuove tecnologie, può aiutare le aziende a rendere tangibile e concreta la loro mission di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa.”

“Se ciò che doniamo viene fatto transitare e tracciato all’interno di strumenti in grado di elaborare dati certi su tutto il processo di donazione e recupero, riusciamo ad ottenere degli indici fondamentali per la costruzione del Report d’Impatto di un’azienda” – continua Raspati.

Regusto è, da questo punto di vista, una piattaforma tecnologica innovativa ed il primo vero portale della sostenibilità a livello europeo. Grazie alla tecnologia blockchain riusciamo a tracciare i flussi della donazione e ricavare dati certificati, per generare gli indici d’impatto sociale ed ambientale derivanti dalla donazione. In questo modo le aziende vengono in possesso di importanti informazioni per costruire il Bilancio Sociale e comunicare  la loro immagine in termini di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa”.

STIAMO ASSISTENDO AD UN CAMBIO DI PARADIGMA

Se finora si evidenziavano i limiti di certe dinamiche economiche e si proponevano soluzioni spot per temperarne gli effetti negativi, oggi si è capito che bisogna intervenire prima. Ne parla spesso l’economista Stefano Zamagni, autore di testi sull’economia del dono, oltre che docente e Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, spiegando proprio come  il dono non deve più essere inteso come singola azione di contenimento, ma deve entrare nel processo economico e farne parte come elemento imprescindibile dell’economia circolare.

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